Friday, April 14, 2006

Post salvati

Cinzia Massa aveva salvato buona parte dei vostri post, li trovate allegati tra i commenti.

1 Comments:

At 11:07 AM, Blogger Unknown said...

raffa ha detto...
prova commento: ma perchè?, un essere con l'altro ha senso??

3:46 PM

PDG ha detto...
Plausibilità e accuratezza settimo punto del pensiero di Weick per quanto riguarda la costruzione del senso ovvero: making sense.
Oggi ci siamo imbattuti in una spiegazione dove si esemplificava , più o meno, il significato di questo settimo punto , purtroppo non ho avuto il tempo di fare una riflessione anche se accompagnato dalla mia perenne ignoranza, ma andiamo con ordine.
In termini spiccioli possiamo definire la plausibilità come la praticità,il mettere in relazione concetti, connettendoli cosi che venga creato un insieme da interpretare nella sua totalità a scapito di un’indeterminatezza causata dalla presenza di tanti fattori non messi in relazione l’un con l’altro o meglio lo stadio appena precedente alla creazione di un sistema quindi “un primo sguardo” a quegli elementi che successivamente saranno connessi tra loro a partire dalle loro funzioni.
A questo si è opposto il termine accuratezza, sottolineando , non l’inutilità anzi, ma enfatizzando che per la creazione di senso ci sia bisogno, più del primo che del secondo considerato più come ricerca specifica ed approfondita di UN determinato argomento; per spiegarlo in termini pratici è stato paragonato alla ricerca di sé: l’introspezione in opposizione alla ricerca delle connessioni del mondo esterno.
Beh! se (premettendo sempre la mia ignoranza riguardo l’argomento, sennò chi facev’ stu master!) guardiamo all’esempio di accuratezza “s’ha da fare” una critica (in senso buono…… chiamiamolo quesito indiretto forse è meglio):
Il senso credo sia innanzitutto un argomento da meglio definire nel “senso” che potrebbero esserci, più significati da associare al significante “senso”, es. ci può essere un qualcosa che per me ha senso, ma per altri no, quindi un senso più soggettivo opposto ad un senso comune cioè quel quid che si avvicina il più possibile alla media di significato che tutti danno ad un concetto in particolare.
Si desume che senso soggettivo e senso oggettivo possono non corrispondere, ma che è fondamentale , per la costruzione del secondo, un confronto con l’altro ed un ottima conoscenza di sé.
Come la maggior parte di noi sa, più si scava dentro sé stessi più il mondo può essere interpretato nel modo più veritiero possibile ( e dico veritiero e non vero), quindi se, conoscendosi meglio , migliore sarà il modo col quale ci transliamo nel metamodello altrui, ovvero negli schemi dell’altro, nei suoi pre-giudizi quanto sempre, più facile sarà la nostra analisi dell’indeterminatezza di cui prima .
Vi chiederete, ma il punto qual è? Beh! secondo me lavorare sull’accuratezza e ottenere nel contempo una “meglio plausibilità”  può essere una strada , nella quale nessuno dei due argomenti oggetto della mia discussione prevalgono.
Fatto sta che l’abilità è nel riuscirci, perché far conciliare due facce della stessa medaglia non è cosa da tutti i giorni.
Questo è solo un abbozzo, ma ci sono tanti termini e concetti da approfondire anche e soprattutto con il confronto. Tutti i termini in grassetto sono quelli che, a mio parere, hanno bisogno di una “definita definizione personale” (scusate il gioco di parole) cosi che tutti noi possiamo mostrare un senso soggettivo grazie al quale poter definire (costruendo un senso comune) l’argomento di oggi cioè : IL SENSO!
Buon master a tutti!
P.S. il tempo mi corre dietro chiedo anticipatamente scusa se dovessero esserci errori grammaticali et al.

5:32 PM

Anto ha detto...
Ciao sono Maria Antonietta Palma (per tutti Antonella) e ho una laurea in Sociologia ad indirizzo organizzativo, economico e del lavoro conseguita presso la Federico II.
Attualmento oltre al Master in Pianificazione dello Sviluppo locale "lavoro" come tirocinante presso l'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'Asl Na 1, qui collaboro ad una ricerca (Audit 2006: grado di soddisfazione dell'utenza)il cui scopo è rilevare, attraverso la somministrazione di un questionario all'utenza, la qualità dei servizi offerti dalla suddetta azienda sanitaria. La scelta della partecipazione ad un master era già nei miei piani prima di laurearmi, la scelta di questo master in particolare è dovuta alla continuità che esso sembra avere con il percorso di studi intrapreso in passato. Che cosa mi aspetto dal master? l'aquisizione di conoscenze pratiche che non ho avuto durante il corso universitario (questo non certo senza un impegno serio da parte mia).

5:33 PM

PDG ha detto...
NOTA BENE
è stato scritto
"meglio , migliore sarà il modo col quale ci transliamo nel metamodello altrui, ovvero negli schemi dell’altro, nei suoi pre-giudizi QUANTO SEMPRE, più facile sarà la nostra analisi dell’indeterminatezza di cui prima ." ci sono due paroline in più che sono QUANTO SEMPRE: ELIMINATELE

5:49 PM

Glauco ha detto...
Allora speriamo bene...
...è infatti la prima esperienza diretta con un blog.
Un saluto
Glauco

6:26 PM

Glauco ha detto...
Adesso provo ad inviarvi una mia presentazione (come richiesto da Moretti).
E scusate se vado ad utilizzare (riciclare) la relazione che ho usato per l'iscrizione al Master..

:

Esperienze di lavoro coerenti con il Master “Pianificazione dello sviluppo locale”.

Le mie attività lavorative hanno spaziato negli ambiti dell’Immigrazione e dell’Intercultura, dell’Associazionismo, dell’Impresa sociale, dell’Educazione e della Formazione, dei Servizi sociali e culturali, del Monitoraggio e Valutazione e della promozione e gestione Eventi.

La prima esperienza lavorativa, significativa ai fini del Master, è stata quella di Tutor di aspiranti imprenditori interculturali, a conclusione di un corso di formazione e all’interno della fase finale del Progetto “Impresa Interculturale”. In questa occasione ho avuto modo di accompagnare direttamente, in un percorso di 35 ore, gli aspiranti imprenditori, una donna italiana e un uomo nigeriano, nella realizzazione del Bussiness Plan, negli incontri con i testimoni privilegiati e tecnici e in tutto il percorso per l’avviamento del loro progetto imprenditoriale (ristorante/take away multietnico).

Le mie esperienze successive sono maturate principalmente nell’ambito delle attività e dei servizi erogati da parte dell’Associazione Interculturale Grammelot, della quale sono stato fondatore nel 1999 e Presidente dal 2001.
Attraverso l’Associazione Grammelot ho avuto modo di sperimentarmi in diversi ambiti e contesti e di sviluppare varie esperienze e competenze.
Ai fini dal Master ritengo che le esperienze più significative siano:
- L’attività di operatore di strada e la gestione ed il coordinamento interno dello Sportello informativo e d’orientamento per immigrati, denominato CIAO – Centro Immigrati Area Orientale, realizzato nel 2000 e 2001 da tre soggetti associativi e finanziato dal Comune di Napoli (vedi CV). In questo progetto mi sono occupato di redigere ed aggiornare una mappatura dei servizi socio – sanitari ed educativi del territorio di Barra, San Giovanni e Ponticelli e di realizzare incontri con gli assistenti sociali, con i responsabili delle ASL e dei Consultori e con i dirigenti e gli insegnanti delle scuole del territorio; ho realizzato periodici incontri settimanali con gli utenti del progetto (immigrati), al di fuori dello Sportello, presso i loro luoghi di residenza, in particolare presso i Bipiani di Ponticelli (Rom, Ivoriani, Polacchi, Ucraini,..).
- Le diverse iniziative (laboratori educativi in scuole e associazioni, seminari, concorsi, mostre, concerti) realizzate dall’Associazione Grammelot (vedi CV Associazione Grammelot) all’interno di progetti, di manifestazioni, di eventi come il Progetto Ragazzi in Città del Comune di Napoli (1999, 2000, 2001, 2002 e 2003), il Progetto Laboratorio Intercultura (2003, 2004, 2005), il Napoli Strit Festival (1999 e 2002), Galassia Gutenberg (2003, 2004 e 2005), Botteghe del Sociale (2004 e 2005) e l’IndipendentRockFestival (2005); in tutte queste attività, oltre alla ideazione/progettazione/organizzazione/realizzazione degli interventi ho avuto modo di capire la fondamentale importanza delle attività di comunicazione e di promozione.
- La partecipazione a varie reti tematiche e/o territoriali, in qualità di responsabile legale dell’Associazione Grammelot; in particolar modo l’esperienza della programmazione partecipata delle politiche sociali a Napoli, attraverso gli incontri con la rete dei soggetti associativi dell’Unità Territoriale di Base 45 (Bagnoli – Fuorigrotta) all’interno del Comitato di Lotta all’Esclusione Sociale del Comune di Napoli.

Sono da considerare altra esperienza utile ai fini del Master le attività di Monitoraggio e Valutazione di progetti educativi attivati all’interno degli istituti scolastici del territorio napoletano e campano; infatti collaboro, ancora oggi, con un’associazione di formazione e monitoraggio (ForMonitor) in qualità di Monitore di progetti educativi realizzati dagli istituti scolastici e finanziati attraverso le Misure dei PON e POR.

Inoltre ho maturato una discreta esperienza lavorando, sia attraverso collaborazioni con associazioni che in qualità di Esperto, come Docente all’interno di laboratori per bambini-ragazzi, di corsi di aggiornamento e corsi di formazione per adulti, sui temi quali l’immigrazione, l’intercultura e la comunicazione interpersonale (vedi CV).

Infine l’esperienza di Consulente junior, in corso fino a luglio 2006, presso la Fondazione Idis/Città della Scienza, all’interno del Progetto “Studio, Ricerca, Indagini e Rilevazioni a supporto delle attività di progettazione e costruzione del sistema regionale delle qualifiche della Regione Campania”. Attraverso questa esperienza di ricerca e di assistenza tecnica sto avendo modo di conoscere il processo di integrazione dei sistemi dell’istruzione, della formazione e del lavoro previsto dall’Unione Europea e che ha tra i suoi obiettivi l’introduzione di un sistema di certificazione dei percorsi formativi e delle competenze acquisite (in ambito formale ed informale), a partire dalle esperienze e dalle sperimentazione interne dei paesi europei (e le Regioni europee).

Napoli 6 febbraio 2006
Glauco Iermano

6:43 PM

PDG ha detto...
Allora tocca presentarsi anche al sottoscritto, mi sono laureato in scienze della comunicazione all'università degli studi di salerno dopo aver fatto un percorso di ricerca affinchè potessi carpire al meglio quale sarebbe potuta essere la facoltà a me più cara e l'università che potesse colmare le mie lacune naturali.
durante questi anni, dove la vita universitaria e la vita extrauniversitaria sono coincise per fattori affettivi e di nido (ho abitato 3 anni in Penta, paesino confinante con fisciano)ho imparato tanto e non solo, il tutto è stato contornato da una miriade di persone differenti e fantastiche che ho avuto la fortuna di incontrare e con le quali ho potuto confrontarmi e scontrarmi.
durante questo periodo ho incontrato casualmente il concetto di sviluppo di un territorio partecipando ad un master finanziato dalla regione campania il quale trattava nello specifico il marketing per lo sviluppo territoriale, negli anni ho avuto modo di riscontrarlo nelle mie idee o meglio ideologie ed il frutto si è concretizzato in una tesi considerata da me l inizio di un nuovo percorso e la fonte di tanti impegni. la mia vita è sempre stata caratterizzata da una ricerca complementare dove il se e l'altro sono stati e vengono osservati da me dalle mille angolature scoperte e dalle potenziali infinite sfaccetature da menon ancora comprese.
il succo e camminare all'esterno e guardarsi dentro e viceversa, col fine di trovare quel famoso posto dove poter esprimere le proprie innate virtù, con tecnica e metodo, cosi mi hanno consigliato i più cari amici; sto colmando ancora, ricerco ancora, mi piace non arrivare mai ed essere sempre in tensione.
oltre gli impegni scolastici ho avuto tanti altri interessi e tra questi ne voglio sottolineare uno la musica e le percussioni di cui ne sono "ora" uno strimpellatore, una volta potevo considerarmi musicista, ma come avrete modo di leggere vedrete come tutti siamo schiavi di un tempo.... Paolo

9:41 PM

ory ha detto...
Salve a tutti, sono Oriana (ScienzePolitiche,FedericoII,tesi in Politica dell'Ambiente). Non ho molte esperienze concrete e, fatta eccezione per il fardello accademico, ciò che mi porto dietro è soprattutto l'amore per la letteratura, la musica, la poesia, che a mio parere sono state l'unico vero nutrimento per l'anima in anni di studi nozionistici, pur necessari, che però alla lunga rischiano d'inaridire la parte più umana ed autentica di ciascuno. Per questa ragione, penso che ciò che più semplicemente ed esaustivamente possa parlare di una persona siano le emozioni sottratte alle poesie, in grado di racchiudere l'essenza vera del vissuto personale e di tracciare i punti di contratto più profondi ragionevolmente(ed irrazionalmente) istaurabili con l'anima di un altro. In tal senso lascerei ogni spiegazione ai due scritti che più spesso hanno ispirato il mio modo di essere:il primo, implicitamente citato nella presentazione del master da Osvaldo Cammarota, è tratto dall'Antologia di Spoon River di Lee Masters e sprona all'entusiasmo nell'intraprendere i progetti di vita in cui scegliamo di credere, nel portarli avanti e farne il fulcro della nostra esistenza (una sorta di "sense-giving" quotidiano); il secondo, di Neruda, racconta della necessità di non risparmiarsi, di perseverare anche contro ogni ragionevole logica, di buttare all'aria le convenzioni e gli schemi mentali, di aiutare e farsi aiutare incondizionatamente, il che mi sembra non solo consigliabile, ma necessario per vivere realmente, ossia per non farsi portare dalla corrente, quanto piuttosto travolgere gli altri con tutta la passione e creatività di cui si è capaci.
"Molte volte ho studiato la lapide che mi hanno scolpito: una barca con le vele ammainate, in un porto. In realtà questa non è la mia destinazione ma la mia vita. Perché l’amore mi si offrì e io mi ritrassi dal suo inganno; il dolore busso alla mia porta, e io ebbi paura; l’ambizione mi chiamò, ma io temetti gli imprevisti. Malgrado tutto avevo fame di un significato nella vita. E adesso so che bisogna alzare le vele e prendere i venti del destino, dovunque spingano la barca. Dare un senso alla vita può condurre a follia ma una vita senza senso è la tortura dell’inquietudine e del vano desiderio – è una barca che anela al mare eppure lo teme”.
"Lentamente muore
Chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce. Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. Lentamente muore Chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso. Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante. Lentamente muore Chi abbandona un progetto Prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce. Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che esser vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità". Spero di non aver preso troppo spazio, ma soprattutto che questo blog ponga le basi per l'edificazione di un bel gruppo, di 'amici' prima ancora che di 'colleghi'.
Ory

11:56 PM

PDG ha detto...
Ory, complimenti per le due poesie dovevo prendere un pò di spazio per scrivertelo poichè sono poesie che ho incontrato anch'io nella mia vita e ogni volta che ho la fortuna di rileggerle mi danno sempre un qualcosa in più, grazie .. Paolo

11:48 AM

Anto ha detto...
a proposito della lezione del Prof. Moretti credo sia opportuno dare qualche nozione di sensemaking a coloro che non hanno mai avuto l'occasione di "incontrare" questo concetto:

Weick definisce sensemaking "i processi cognitivi attraverso cui i soggetti conferiscono senso ai loro flussi di esperienza".
La tesi di Weick è che il mondo esterno non ha un senso intrinseco, ma sempre e soltanto il senso che noi gli attribuiamo. Alla nostra mente arriva un flusso di esperienze caotico e informe, ad esso noi diamo un ordine logico, una forma ovvero sistemiamo le informazioni in mappe causali che a differenza di ciò che ci perviene dall'esterno hanno un ordine. Tali mappe influenzano il nostro comportamento futuro e sono interrotte e modificate dall'afflusso di nuova esperienza (sensemaking come processo continuo).
Per Weick il sensemaking non è differente dall'organizzare.

Credo che tale concetto sia importante per l'obiettivo che dobbiamo insieme raggiungere: qualsiasi progetto ci ritroveremo a seguire non sarà niente di diverso dall'attribuire significato e organizzare un flusso di esperienze acqusite nel nostro passato o in corso d'opera.
P.S. chiedo scusa per aver sintetizzato Weick in due parole, ma la circostanza lo richiedeva.

1:42 PM

PDG ha detto...
thanx

2:14 PM

PDG ha detto...
quindi secondo ciò che ho appreso dalle parole di anto, il concetto portante di sense making è simile a quello che alcuni di noi hanno studiato in certe materie sociologiche per quanto riguarda la costruxzione di esperienze che influenzano gli schemi
mentali i quali sono studiati anche per la spiegazione dei cosidetti pregiudizi etc. etc.
interessante è vedere che la costruzione del senso soggettivo dato all'ambiente esterno grazie al nostro "mettere in ordine" in schemi
le esperienze vissute, è importante per la costruzione del secondo tipo di senso di cui parlavo, è un bel pensiero anche se da approfondire, ma ha le sue pecche perchè affermare che "Alla nostra mente arriva un flusso di esperienze caotico e informe, ad esso noi diamo un ordine logico, una forma ovvero sistemiamo le informazioni in mappe causali che a differenza di ciò che ci perviene dall'esterno hanno un ordine" in realtà il mondo esterno ha un suo ordine ed una sua armonia che noi non percepiamo poichè non abbiamo schemi innati che ci aiutino a farlo quindi lo vediamo come caotico, noi diamo un nostro senso all'ordine delle cose diamo un nostro ordine perchè "la verità risiede nell'uomo" ed ognuno ne costruisce una propria,
e lo aiuta ad avvicinarsi sempre più a quella esterna. il tutto messo in relazione a teorie organizzative deve essere molto affascinante, speriamo bene!

2:30 PM

Anto ha detto...
Il concetto di costruzione di senso di Weick si pone, nell'ambito delle teorie dell'organizzazione, in contrapposizione a quelle teorie oggettivistiche che assumono la cultura organizzativa come data nella realtà esterna. La visione di Weick è puramente e radicalmente soggettivista per cui il mondo esterno ha si un suo ordine e una sua armonia ma solo all'interno dei nostri processi di creazione di senso.
Ciò non significa negare l'esistenza del mondo esterno che siamo noi stessi a creare e attivare l'ambiente che ci circonda in base alle nostre mappe cognitive. Affermare che "il mondo esterno ha un suo ordine ed una sua armonia che noi non percepiamo poichè non abbiamo schemi innati che ci aiutino a farlo" significherebbe ammetere che la realtà è statica e indipendente dall'uomo e ciò non si sposa affatto con la visione soggettivista di Weick per il quale non esiste una realtà esterna che abbia un significato intrinseco.
Ciao

3:37 PM

ory ha detto...
X Anto:grazie per i cenni su Weick, davvero utile per chi come me è decisamente a digiuno di sociologia; nel mio caso la sintesi è servita decisamente ad accendere la curiosità,e di certo appena troverò il tempo cercherò di scoprirne un po' di più.
X Paolo:mi fa davvero piacere che le poesie ti siano piaciute, ho visto che hai aggiornato il profilo& a parte un po' di cose che condivido appieno, mi chiedevo come mai hai messo tra i libri preferiti il vecchio testamento...scommetto che c'è dietro q.ke assurda ragione...Ps.se ti viene in mente q.ke poesia che ti ha segnato sul serio,la leggerei con piacere...PPs.che intendi x rock(quali i gruppi preferiti)?
CiaoCiao, Ory

3:47 PM

Anto ha detto...
Comunicare è la capacità che ognuno di noi ha di far conoscere agli altri (non soltanto con le parole) la nostra esperienza, il nostro modo di agire, pensare, amare ascoltare: VIVERE.
comunicare non è un processo unilaterale, attraverso la comunicazione trasmettiamo il nostro mondo e allo stesso tempo ci rendiamo coscienti del mondo altrui.
Comunicare è vivere.

5:44 PM

PDG ha detto...
"Affermare che "il mondo esterno ha un suo ordine ed una sua armonia che noi non percepiamo poichè non abbiamo schemi innati che ci aiutino a farlo" significherebbe ammetere che la realtà è statica e indipendente dall'uomo e ciò non si sposa affatto con la visione soggettivista", eheheh! se rileggi bene non ho assolutamente dato priorità al mnndo esterno ne all'uomo, non ho assolutamente voluto indirettamente affermare una staticità del mondo esterno; avere ordine ed armonia è l'opposto, l'armonia è tutt'altro che staticità e sempre una ricerca di equilibrio un muoversi, mi sembra che tu stia affermando che al di là dell'uomo che da ordine non ci sia dinamismo, assolutamente l'uomo è parte di questa stessa armonia il problema è non incentrarsi ne sull'uno ne sull'altro non esiste priorità e se rileggi bene (forse sono io che non mi son spiegato) io ho voluto enfatizzare la ricerca di sè ho sottolineato l'importanza dell'uomo ma ho anche sottolineato ciò che non è l'uomo e che è altro da sè. rileggi bene un bacio.
x ory non ti preocc aggiornerò comincio ad accennarti una cosa pink floyd deep purple ...smackissimo

 

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