Thursday, May 25, 2006

Scheda di verifica dell'apprendimento

Ciao a tutte/i.
Cliccando qui potete visualizzare e/o scaricare la scheda di verifica in formato.doc.
Una volta che avete risposto alle domande siete pregate/i di inviare la scheda esclusivamente via mail al mio indirizzo.
A domani.

Tuesday, May 23, 2006

Le sette proprietà del sensemaking

Il sensemaking come processo fondato sulla costruzione di identità
Il sensemaking come processo introspettivo
Il sensemaking come processo istitutivo
Il sensemaking come processo sociale
Il sensemaking come processo continuo
Il sensemaking come processo centrato su ( e da) informazioni selezionate
Il sensemaking come processo guidato dalla plausibilità più che dall’accuratezza

Sunday, May 21, 2006

Senso e significato nell'organizzazione (Indice)

1.La natura del sensemaking
Il concetto di sensemaking
L’unicità del sensemaking

2. Sette proprietà del sensemaking
Il sensemaking come processo fondato sulla costruzione di identità
Il sensemaking come processo introspettivo
Il sensemaking come processo istitutivo
Il sensemaking come processo sociale
Il sensemaking come processo continuo
Il sensemaking come processo centrato su ( e da) informazioni selezionate
Il sensemaking come processo guidato dalla plausibilità più che dall’accuratezza

3. Il sensemaking nelle organizzazioni
Le radici storiche del sensemaking
Risorse importanti per il sensemaking organizzativo
L ‘organizzazione in una prospettiva di sensemaking
Sensemaking a Hawick

4. Occasioni di sensemaking
Le varietà di occasioni di sensemaking
Ambiguità e incertezza
Le proprietà generali delle occasioni di sensemaking

5. La sostanza del sensemaking
Minime strutture di senso
Le ideologie: vocabolari dell’organizzazione
I controlli di terzo ordine: vocabolari dell’organizzazione
I paradigmi : vocabolari delle diverse attività
Le teorie dell’azione: vocabolari della capacità di rispondere
Le tradizioni: vocabolari dei predecessori
Le storie: vocabolari della sequenza e dell’esperienza

6. Processi di sensemaking guidati dalle credenze
La costruzione del significato attraverso la discussione
La costruzione del significato attraverso le aspettative

7. Processi di sensemaking guidati dall’azione
La costruzione del significato attraverso l’assunzione di impegni
La costruzione del significato attraverso la manipolazione

8. Il futuro del sensemaking
Una rassegna del sensemaking organizzativo
Il futuro della ricerca sul sensemaking
Il futuro della pratica di sensemaking
Dire il fare
Ogni manager è un autore
Ogni manager è uno storico
Le riunioni creano significato
Insistere sui verbi
Incoraggia l’esperienza condivisa
Le aspettative sono reali
Uno scenario mentale

Friday, May 19, 2006

Patti Formativi Territoriali

Clicca qui per leggere l'articolo di sintesi pubblicato su La Stampa Web del 22 aprile 2005.

Thursday, May 18, 2006

Il piano di comunicazione: le vostre opinioni

La SWOT analysis è un procedimento di tipo logico che appartiene all’economia aziendale. Consente di sistematizzare e rendere fruibili le informazioni raccolte su un argomento specifico; è utilizzata per fornire informazioni fondamentali per la definizione di politiche e linee di intervento. Dopo aver sottolineato le situazioni ambientali, definisce una strategia.
Si basa su una matrice divisa in quattro campi, dedicati rispettivamente ai punti di forza (strenghts) e di debolezza (weaknesses), alle opportunità (opportunities) e alle minacce (trhreats).
La matrice si usa da soli o in gruppo, e si applica a qualsiasi soggetto: l'azienda, il prodotto, un'iniziativa, un progetto.
L'analisi va fatta prendendo in considerazione sia l'interno sia l'esterno dell'azienda, del prodotto, del progetto. I punti di forza interni di un prodotto, per esempio, sono i materiali e la tecnologia impiegati, quelli esterni il rapporto vincente con la concorrenza. Anche opportunità e minacce sono da cercare all'interno (organizzazione, problemi sindacali) e all'esterno (impatto ambientale, recessione).
In genere si tende ad avere un solo punto di vista. Se è troppo pessimistico si stroncano le idee nuove e l'intraprendenza. Se è troppo ottimistico si rischia di avventurarsi in acque perigliose senza avere le attrezzature adatte.
Con la SWOT analysis invece ci si costringe ad analizzare il problema da quattro punti di vista diversi e contrastanti.
La SWOT analysis è utile per prendere decisioni su quali sono i punti di forza su cui puntare, o i punti deboli su cui intervenire, e su quali sono le minacce che possono essere trasformate in opportunità.
La matrice è stata proposta da H. Weihrich nel 1982, fra i modelli e strumenti per la pianificazione strategica.
La SWOT analysis consente, quindi, di individuare gli elementi positivi (punti di forza) o negativi (punti di debolezza) che caratterizzano un sistema territoriale: importante è l’analisi delle potenzialità e dei possibili rischi. E’ chiaro, infatti, che le caratteristiche del contesto territoriale possono agevolare oppure ostacolare la fruizione e rappresentare, quindi, un primo elemento da valutare nell’elaborazione di un progetto di valorizzazione (Valentino, 2002).
8:46 PM

PDG ha detto...
Essenzialmente scrivo per un motivo: Il gruppo di lavoro.
Oggi come compito avevamo il dovere di stillare un esempio, bozza, di piano di comunicazione e per farlo abbiamo dovuto costituire 2 gruppi (casuali) di persone che hanno avuto la peculiarità di avere al proprio interno l'apporto di conoscenze diverse, sin qui tutto bene fino a quando l’armonia di uno dei 2 “staff” per qualche attimo si è distorta.
Da questo punto si può partire per fare più riflessioni (suggerimento di Cinzia Massa, Ersilia, Oriana et al.)
Un gruppo di lavoro ha essenzialmente bisogno di “regole” che permettono il confronto nel modo più armonico e concertato possibile cercando di rispettare: la diversità, anzi valorizzarla ed apprezzarla, le conoscenze specifiche, i ruoli, il concetto di rispetto e quant’altro ancora.
L’esperienza insegna e ben venga. Come primo risultato, in primis mi metto sott’accusa, non è stato tra i più soddisfacenti, anche se al dire il vero ho notato una voglia di esprimersi, una passione ed una creatività davvero particolari che hanno portato all’inizio di un piano davvero simpatico(per essere il primo).
L’insieme è diverso dalla somma delle singole parti e qualsiasi sia il ruolo, qualsiasi sia la preparazione, qualsiasi siano le esperienze vissute tutti hanno il diritto di esprimere qualcosa, ma tutti hanno il dovere di ascoltare e abbandonare i propri (giusti o meno giusti) altari.
Dovendo fare una critica costruttiva, cercando di essere il più obiettivo possibile, (anche se sono di parte, la parte di me stesso ) c’è da porre l’accento sui difetti emersi oggi.
Paolo: i suoi punti di debolezza sono l’impulsività, e l’essere permaloso, cause delle sue distorsioni comunicative, ma anche (non per presunzione) chi con la comunicazione ha a che fare da parecchio, quindi forse il più idoneo nel proporre ( non ad imporre , almeno fino a quando c’è ne bisogno  ) quelli che potevano essere i mezzi ( vedi fine) di cui oggi si è tanto parlato.
Cinzia è colei che dall’alto non è riuscita a scendere, anche se come persona è davvero una che come esperienze e cultura è più avanti , ed il suo limite ,forse, a differenza di chi è meno “plasmato” dalle esperienze, è proprio dovuto ad i suoi pregi; purtroppo in uno staff bisogna, inizialmente, mettersi in discussione , ammettere un’idea sbagliata e ,come detto prima, abbandonare i propri pregiudizi e/o “deformazioni professionali, quelli che distorcono ” (sembra il titolo di un film) "sottotitolo : non tutti, solo quelli che posso distorcere, se no viene a cadere l’ipotesi di gruppo eterogeneo".
Ersilia persona pacata e riflessiva sulla quale non ho niente da recriminare e lo stesso vale per Vittoria.
Elogio particolare ad Ilaria che ha una capacità di collegamento davvero formidabile , e riesce ad usare la propria cultura davvero come ottimo strumento per imparare dagli altri e per trasmettere al prossimo, ah ed ha un’ottima grafia.
In poche parole i più “folli” sono stati P. e C., che da un lato può essere un pregio, ma se non si è capaci di farne un “elogio” , la follia, si rivela un difetto.
In un gruppo è importante cercare di capire le personalità di chi si ha di fronte nel minor tempo possibile, e inizialmente cercare di dare sfogo alle idee ed alla creatività di ognuno per poi affinare il tutto con un ottima tecnica ( Es. trascrivere le idee che sorgono per ogni punto e poi rivedere il tutto mettendo in ordine e correggendo, diciamo una sorta di problem solving iniziale).
Io sarei felicissimo se nascesse in noi la voglia di un confronto per cercare di capire come costituire con efficacia ed efficienza un gruppo di lavoro e poi da qui dar vita ad un primo “patto formativo” da rispettare in seguito , inoltre è importante farne tante di esperienze come quella di oggi cosi come ci hanno suggerito (C.M.)
Ora di seguito voglio condividere con voi un concetto importante inerente ad i dubbi di oggi.
La redazione del piano di comunicazione presuppone la selezione delle aree di comunicazione ( sociale, istituzionale, commerciale) da attivare , delle forme (diffusive ed interattive) e degli strumenti divisi in mezzi e veicoli.
Tralasciando le forme precisiamo cosa sono i mezzi
I mezzi si dividono in: aziendali, non aziendali ed ibridi; i primi sono attivati direttamente dall’azienda (es. il personale front office), le seconde utilizzabili a pagamento dall’azienda (es. quotidiani, periodici, televisione radio etc.) i terzi possono essere aziendali e non aziendali (es. telefono, internet etc.) poi bisognerà contestualizzare questi mezzi e scegliere i più idonei per realizzare i nostri obiettivi, quindi, quelli scelti li chiameremo: i veicoli grazie ai quali attueremo il nostro piano.
Ripetendo i mezzi di comunicazione posso essere personali ( es. front office), non personali che si dividono in :tradizionali ( di massa, individuali) e digitali.
Cosi per chiarire
8:16 PM

ersilia ha detto...
Credo che l'argomento sollevato quest'oggi (riferito al post di paolo) sia di fondamentale importanza per la nostra efficienza anche in ambienti futuri di sviluppo locale..., nel corso della mia carriera universitaria mi sono trovata in diversi gruppi di lavoro e, anche se qualcuno ha avuto successo e altri no, ho imparato ad ascoltare, ma credo che a questo punto non basti. Abbiamo bisogno di una regolazione (cerase) e di un patto formativo(cinzia massa)...
vorrei ribadire un altro concetto: la concertazione non è fatta dalla maggioranza ma dal comune accordo (gabriele di stefano)... quindi è inutile tendere alla figura di leader ma invece risulta efficace porre come obiettivo il successo del progetto... buonlavoro
10:56 PM

PDG ha detto...
altro punto. in un gruppo è fondamentale la trasparenza, la schiettezza non il "lasciar intendere" diciamo le cosidette frecciatine! anche questo è sintomo di maturità! baci
8:44 PM

Anto ha detto...
A proposito di organizzazione!
Tra i punti che caratterizzano il termine Organizzazione troviamo:
3. una qualsivoglia struttura organizzata per conseguire un fine comune;
4. l’insieme delle persone che operano in una struttura.

Noi siamo un'organizzazione e il nostro fine comune è creare delle "connessioni" e "integrazioni" tra le discipline di cui ognuno di noi si ritiene "Esperto".
Lo scopo di ciò è quello di creare un figura professionale che attraverso la suddetta integrazione sia in grado di promuovere lo sviluppo locale!
Vengo al punto non sono pienamente convinta che tale scopo sia esattamente raggiungibile scappando da una lezione senza aver capito l'argomento della prossima esercitazione.
Questa è cattiva organizzazione perchè non permette di ottimizzare le risorse economiche e temporali investite in questa "avventura"!
Si parlava di regole per far funzionare un gruppo: la prima regola è, a mio avviso, il rispetto del lavoro degli altri!
Scusate se sono stata dura, ma se parliamo di difetti il mio è quello di non accettare le mezze misure, le cose o le dico o non le dico.
9:32 PM

ilariada ha detto...
Solo ora ho letto le considerazioni di Paolo su ciò che è accaduto mercoledì in aula.
A dire il vero la prima cosa che ho da dire è che sono rimasta piacevolmente colpita dall'elogio che Paolo mi ha rivolto! Quindi non posso far altro che dirgli GRAZIE! Credo,cmq, che anche lui sia molto capace nel mettere al servizio degli altri le sue competenze e nel far velere le proprie opinioni, certo a volte ,forse, con più forza del dovuto, ma questo è parte della sua personalità che si può modellare facilmente (ma che spesso nella vita serve anche molto.
In questo cmq ci assomigliamo!
Volevo poi fare alcune considerazioni.
Sono molto entusiasta del percorso che abbiamo iniziato e riprendo quello che Laura ha detto in una mail: MI PIACETE ASSAI! Facciamo in modo di riuscire ad ottimizzare i tempi di tutto quello che facciamo e di rispettare (mi riferisco a stasera) coloro i quali in questo master ci credono anche più di noi.
9:57 PM

laura ha detto...
Ragazzi, condivido pienamente (parlo dei commenti di Paolo ed Ersilia ), dobbiamo essere capaci di ascoltare oltre a farci ascoltare, e io per prima, perché come Paolo sono molto impulsiva, ho molte difficoltà ad ascoltare, (cattiva comunicazione) ed a volte esclusivamente efficiente (bei paroloni e belle frasi), ma poi nessuno ci ascolta e tutti pensiamo solo a quello che diremo quando sara’ il nostro turno.
In realtà ho trovato molto interessante provare per la prima volta a relazionarci come gruppo di lavoro, anche se mi sarebbe piaciuto avere più tempo per riflette nella fase finale (spero ci sara’ occasione).
Ribadisco quello che avevo detto nelle varie mail, penso che siamo proprio un bel gruppo, MI PIACETE ASSAI, e le piccole incomprensioni che nascono seguite da chiarimenti, possono solo far crescere il gruppo, ma abbiamo un grande difetto, ed in questo Anto ha ragione siamo molto scorretti, e ritorniamo sempre allo stesso punto, manchiamo nell’ascolto e nn siamo per niente organizzati, essendo concentrati sui nostri tempi, quindi io per prima mi metto in discussione e proporrei di essere più rispettosi degli orari di inizio e fine lezione (anche delle pause….). PROVIAMOCI.
Ciao a tutti, buona notte Laura
11:00 PM

Tuesday, May 16, 2006

Facciamo il punto, again

1. Domani discuteremo di patti formativi territoriali. Chi può, dia un'occhiata al cd che è stato distribuito mercoledì scorso.

2. Dopo il lavoro di gruppo sul piano di comunicazione era cominciata una discussione che prometteva bene ma non è decollata completamente.

3. Sarebbe comunque utile che ciascuno dei due gruppi proponesse un piano di comunicazione completo nelle sue parti così come vi era stato suggerito.

4. Noi siamo disponibili a continuare a seguirvi su questi punti anche al di là delle ore di corso in presenza ma naturalmente dipende dal vostro interesse a continuare a interagire.

Saturday, May 13, 2006

Questo lo avete citato voi

CINZIA LANGELLA
Non mi è chiaro l'aforisma di Eliot, mentre non sono d'accordo con l'amato Borges: nella comunicazione, ammettendo pure l'impossibilità di trasferire informazioni non comprensibili (e questo potrebbe essere un limite di chi si esprime, o dell'interlocutore, o di entrambi), personalmente individuo una grande potenzialità maieutica, affrancata dall'esperienza diretta.

"Che cosa sappiamo della mente" di V.S.Ramachandran - Mondadori


ANTONIETTA DI PALMA
durante i miei lunghi "viaggi" in internet mi capita spesso di incontrare cose interessanti. Questa volta mentre cercavo del materiale sulla comunicazione mi sono imbattuta su un blog (ora so che cosa è e ne visito spesso alcuni) di una filosofa specializzata in comunicazione e ho trovato il seguente post per me interessante e volevo condividerlo con voi:

"Cos'è la comunicazione, se non condivisione di un territorio comune? Lascio la mia casa, per abitare insieme a te in un luogo tutto da esplorare. Non conosco la strada per arrivare là, ma so per certo che lo troveremo. Condividere cononoscenza, emozioni ed esperienze è possibile solo a partire dalla fiducia nei benefici dell'incontro. In me lascio aprirsi uno spazio senza voci e senza immagini, dove suona una musica nuova. Le emozioni si fanno insieme, momento per momento, parola dopo parola, sguardo dopo sguardo. Sappiamo qual è il punto d'inizio, ma non dove conduce il filo rosso delle parole. Condividere è dividere per moltiplicare. Quel che era mio e tuo, adesso è nostro e vive oltre oltre il tempo, in uno spazio più grande sopra le nostre teste, dentro i nostri desideri".
(http://comunicobene.splinder.com)

ORIANA
Citazione con l'amaro in bocca da 'La fattoria degli animali' di George Orwell:"Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri".Pensavo ancora alla diffusa mediocrità adolescenziale, all'assenza di domande sul senso della propria vita, alla felicità tratta dell'essere uguali agli altri, rispondenti ai canoni del bello socialmente condivisi.Il vuoto che mi circonda, l'incapacità di comunicare se non cose futili mi spaventano.Ascoltare passivamente la musica mediocre che passano alla radio mi angoscia.Tollerare il qualunquismo di chi ritiene che la politica,la società sono inguaribilmente corrotte mi costa uno sforzo inimmaginabile,portandomi ad un profondo senso di sfiducia verso il prossimo.In fondo se tutti i comandamenti sul muro vengono lentamente stravolti,se la libertà di pensiero è lentamente strappata via,la colpa è anche di chi si sottomette,rinuncia alla protesta e alla lotta,credendo che dopotutto le cose non potranno peggiorare più di tanto,basta che ci lascino la libertà di perseverare nelle nostre esistenze monotone e prive di scosse.L'atteggiamento degli animali della fattoria(seppur dovuto,per il parallelo con la società sovietica)è tuttavia sconvolgente:pur avendo cognizione della libertà,si lasciano irretire e soggiogare dalle belle parole;pur sapendo leggere,delegano agli altri il pensiero e la decisione,oltre che la punizione.Eppure speravo in un finale diverso.Ma forse i nostri politici così longevi ce li siamo ben meritati,dal momento che la voce della società civile è troppo debole e assopita,e dal momento che i nostri "intermediari d'istanze"-i partiti-come i maiali di Orwell,ben si guardano dal dividere con gli altri il potere e dal democratizzarlo.Ancora brucia l'indignazione per il diritto di voto umiliato e offeso dal perverso meccanismo elettorale, capace di privarci senza protesta alcuna del diritto di 'eligere' la persona su cui riversare la nostra fiducia,le nostre speranze.

PAOLO DI GENNARO
"Ma il creatore voleva distogliere lo sguardo da sé. Allora creò il mondo.”

"ciascuno è il più lontano da sè stesso"
Nietzsche

Sapersi comunicare è fondamentale come lo è il conoscersi e solo nel momento in cui saremo consci dei nostri limiti e virtù allora potremmo davvero poter dire di saperci ciomunicare, ma sapremo ascoltare? l'altro è importante quanto noi, non l'altro che creiamo nei nostri schemi, ma l'altro in pieno, cioè con i suoi modelli ed i suoi schemi, la sua essenza. Sapersi incontare e sapersi comunicare e saper comunicare e sapersi ascoltare e saper ascoltare... sono, credo, i primi passi.
Ho fatto sta riflessione tanto per riscaldare le mani per i miei prox post.:-) dove affronterò qualcos'altro almeno spero SMACK

Saturday, April 22, 2006

Comunicare vuol dire

Ciao a tutte/i.
Di seguito trovate un pò di citazioni che per varie ragioni e da diversi versanti riconducono, come vedremo, al tema comunicazione.
Potete contribuire inviando vostre citazioni o commentando quelle che noi di volta in volta pubblicheremo.
Datevi una mossa. :-))))

JORGE LUIS BORGES
Andrew Lang diceva che siamo tutti geniali fino ai sette otto anni. Cioé, che tutti i bambini sono geniali. Ma da quando il bambino cerca di somigliare agli altri, va in cerca della mediocrità, e nella maggior parte dei casi ci riesce.

SALVATORE VECA
Mettendo in evidenza i tratti generali del nostro linguaggio, noi mettiamo in evidenza i tratti generali della realtà, per noi. [...]
Senza un ampio grado di reciprocità, noi non potremmo non solo essere in accordo con altri; non potremmo neppure essere in disaccordo con essi.

TEMPIO DI APOLLO (DELFI)
Conosci te stesso.

JORGE LUIS BORGES
Quando mi trovo in pubblico, sento lo stesso timore della prima volta, tanti anni fa.Sono un veterano del panico.

ALFRED NORTH WHITEHEAD
Il pensiero è una straordinaria modalità di eccitamento.

THOMAS STEARN ELIOT
I vecchi dovrebbero essere esploratori

MIGUEL DE UNAMUNO
Il nostro sforzo maggiore dovrà consistere nel renderci insostituibili.

EMMANUEL LEVINAS
L'altro diventa il mio prossimo precisamente attraverso il modo in cui la sua faccia mi chiama.

ANNA MAGNANI
Non mi togliere nemmeno una ruga. Le ho pagate tutte care.

JORGE LUIS BORGES
Si può comunicare solo ciò che è condiviso dall'altro. Le parole presuppongono esperienze condivise. []
E' come un sapore o un colore; se l'altro non ha visto quel colore o non ha percepito quel sapore lle definizioni sono inutili.

RICHARD SENNETT
Un racconto non è solo un semplice susseguirsi di eventi, ma dà forma al trascorrere del tempo, indica cause, segnala conseguenze possibili.

LUDWIG WITTGNSTEIN
Si potrebbe fissare il prezzo dei pensieri. Alcuni costano molto, altri poco. E con cosa si pagano i pensieri? Io credo così: con il coraggio.

JOHN DONNE
Nessun uomo è un'isola.

DAVID HUME
Una solitudine totale è forse il peggior castigo che ci si possa infliggere.
Qualsiasi piacere languisce se non è gustato in compagnia, e qualsiasi dolore diventa più crudele e intollerabile. [...]
Se anche tutte le forze e gli elementi della natura pattuissero di servire un solo uomo e di obbedirgli; se anche il sole sorgesse e tramontasse al suo comando; se anche il mare e i fiumi scorressero a suo piacimento, e la terra producesse spontaneamente tutto quanto gli fosse utile o gradito, egli sarebbe pur sempre un infelice finché non gli si desse almeno un’altra persona con cui poter condividere la propria felicità e di cui godere la stima e l’amicizia.

JEAN LUC NANCY
Il senso è comune, comunicante, comunicato, in comune per definizione.
Supponendo che la mia esistenza abbia un senso, esso è ciò che la fa comunicare e ciò che la comunica a qualcos'altro che non sono io.
Il senso costituisce il mio rapporto a me in quanto in rapporto ad altro.
Un essere senza altro non avrebbe senso.

Wednesday, April 19, 2006

Facciamo il punto?

1. Ci siamo quasi lasciati alle spalle il venerdì di passione. Se non l'avete ancora fatto, inviate le vostre presentazioni.
2. Se cliccate qui trovatele le presentazioni che avete fino ad oggi inviato. I vostri interventi li trovate invece qui.
3. Naturalmente tutto ciò che avete inviato rimane consultabile anche attraverso i vostri post nella loro versione originale.
4. Nei tre post precedenti trovate le presentazioni in formato .ppt relative alla comunicazione pubblica, alla comunicazione interpersonale, al piano di comunicazione realizzate dalla dott. Massa.
Ne discuteremo prossimamente. Nel frattempo contnuiamo a contare sulla vostra voglia di interagire.

Il piano di comunicazione

Cliccate qui per visionare o scaricare il file in formato Power Point.

Monday, April 17, 2006

La comunicazione interpersonale

Cliccate qui per visionare o scaricare il file in formato Power Point.

Saturday, April 15, 2006

La comunicazione pubblica

Cliccate qui per visionare o scaricare il file in formato Power Point.

Friday, April 14, 2006

Post salvati

Cinzia Massa aveva salvato buona parte dei vostri post, li trovate allegati tra i commenti.

Ricominciare Ricominciare Ricominciare

Non so dire se è stato un attacco hacher. Un incidente tecnico. Un mio errore causato dalla stanchezza di stanotte quando ho operato gli ultimi aggiornamenti. Sta di fatto che stamattina non ho trovato più il nostro blog. E che, senza voler mescolare il sacro con il profano, questo venerdì me lo ricorderò davvero come un venerdì di passione.
Il risultato della vostra voglia e capacità di interazione è stato davvero straordinario.
La parola d'ordine non può essere che
RICOMINCIARE RICOMINCIARE RICOMINCIARE.
Ancora una volta e di più di ogni altra volta siete voi a essere decisivi.
Mi aspetto che facciate passare la voce tra di voi via sms, via telefono, via mail, via come vi pare.
Che riscriviate i vostri messaggi, le vostre presentazioni, le vostre opinioni.
Che tutto questo diventi un motivo perché i pochi che non avevano ancora interagito lo facciano.
Che scriviate, almeno la prima volta, nome e cognome per esteso, con la sigla o lo pseudonimo che poi userete tra parantesi.
Non saranno nè gli HACKER, nè gli INCIDENTI TECNIICI, né i MIEI ERRORI a fermarci.
In ogni caso ho già creato una cartella di back up dove, man mano che arriveranno, salverò i vostri contributi.

Serendipity

Il modello della serendipity si riferisce all'esperienza, abbastanza comune, che consiste nell'osservare un dato imprevisto anomalo e strategico, che fornisce occasione allo sviluppo di una nuova teoria o all'ampliamento di una teoria già esistente.
Ciascuno di tali elementi del modello può venire descritto facilmente.

Prima di tutto, il dato è imprevisto. Una ricerca diretta alla verifica di una ipotesi, dà luogo ad un sottoprodotto fortuito, ad una osservazione inattesa che ha incidenza rispetto a teorie che, all'inizio della ricerca, non erano in questione.

Secondariamente, l'osservazione è anomala, sorprendente, perché sembra incongruente rispetto alla teoria prevalente, o rispetto a fatti già stabiliti. In ambedue i casi, l'apparente incongruenza provoca curiosità; essa stimola il ricercatore a trovare un senso al nuovo dato, a inquadrarlo in un più ampio orizzonte di conoscenze.

In terzo luogo, affermando che il fatto imprevisto deve essere strategico, cioè deve avere implicazioni che incidono sulla teoria generalizzata, ci riferiamo, naturalmente, più che al dato stesso, a ciò che l'osservatore aggiunge al dato. Com'è ovvio, il dato richiede un osservatore che sia sensibilizzato teoricamente, capace di scoprire l'universale nel particolare. Dopotutto, gli uomini hanno osservato per secoli fatti banali come lapsus linguae o lapsus calami, sviste tipografiche e amnesie, ma era necessaria la sensibilità teorica di un Freud per considerare questi fatti come dati strategici, grazie ai quali egli poteva ampliare la sua teoria della repressione e degli atti sintomatici.

Robert K. Merton, Elinor G. Barber
Viaggi e avventure della Serendipity
Il Mulino, 2002


Se ne avete voglia, potete analizzare un esempio concreto di ricerca realizzata in ambiente serendipitoso nella conversazione - intervista con Piero Carninci, leader del consorzio di scienziati Fantom 3 che ha scoperto le nuove funzioni del trascrittoma (RNA), pubblicata su Technology Review Italia.

Organizzazione

Secondo il dizionario De Mauro della Lingua Italiana il termine organizzazione comprende, tra i suoi significati di largo uso:
1. l’organizzare, l’organizzarsi e il loro risultato;
2. il modo in cui é organizzato un lavoro, una struttura, ecc.;
3. una qualsivoglia struttura organizzata per conseguire un fine comune;
4. l’insieme delle persone che operano in una struttura.

Questa prima, generale, definizione, può essere naturalmente arricchita, acquisire nuovi significati, essere oggetto di ulteriori determinazioni, a seconda del contesto nel quale il termine viene utilizzato o analizzato. Nei confini delle discipline e dei linguaggi sociologici si deve proprio a questa azione di ulteriore specificazione la possibilità di evidenziare che:

1. con il termine organizzazione si usa definire tanto un qualsivoglia soggetto o ente (associazione, impresa, istituzione, partito, sindacato, ecc.), in possesso o meno di personalità giuridica, per qualunque scopo costituito, quanto la maniera in cui tale soggetto o ente é strutturato (gerarchie, decisioni, funzionalità, efficacia, efficienza saranno in questo caso alcuni dei fattori che ci si troverà a valutare);

2. concorrono a definire l’oggetto di studio della sociologia dell’organizzazione non solo le organizzazioni formalmente riconosciute in quanto tali (le strutture, il volto statico delle organizzazioni), ma anche tutti quegli eventi in qualche maniera rilevanti per comprendere uno o più aspetti della realtà sociale (i processi, il volto dinamico delle organizzazioni), indipendentemente dal fatto che essi si manifestino nell’ambito di contesti micro, come nel caso delle relazioni nell’ambito di un piccolo gruppo, o macro, come nel caso del funzionamento di organismi internazionali;

3. tanto le teorie prescrittive, quelle che cioè si ripromettono di indicare in che modo un determinato soggetto o ente deve essere organizzato per conseguire al meglio i propri scopi, quanto quelle interpretative, che forniscono invece strumenti e analisi per comprendere il funzionamento di una qualsivoglia organizzazione, rivestono in tale contesto una funzione rilevante.

Vincenzo Moretti
Dizionario del Pensiero Organizzativo
Ediesse, 2006

Per cominciare

JOHN DONNE
Nessun uomo è un'isola.


DAVID HUME
Una solitudine totale è forse il peggior castigo che ci si possa infliggere.
Qualsiasi piacere languisce se non è gustato in compagnia, e qualsiasi dolore diventa più crudele e intollerabile.
Qualunque sia la passione che ci muove, orgoglio, ambizione, avarizia, brama di sapere, desiderio di vendetta o concupiscenza, di tutte la simpatia è l'anima o il principio animatore; ed essa non avrebbe alcuna forza se facessimo completamente astrazione dai pensieri e dai sentimenti altrui.
Se anche tutte le forze e gli elementi della natura pattuissero di servire un solo uomo e di obbedirgli; se anche il sole sorgesse e tramontasse al suo comando; se anche il mare e i fiumi scorressero a suo piacimento, e la terra producesse spontaneamente tutto quanto gli fosse utile o gradito, egli sarebbe pur sempre un infelice finché non gli si desse almeno un’altra persona con cui poter condividere la propria felicità e di cui godere la stima e l’amicizia.


JEAN LUC NANCY
Il senso è comune, comunicante, comunicato, in comune per definizione.
Supponendo che la mia esistenza abbia un senso, esso è ciò che la fa comunicare e ciò che la comunica a qualcos'altro che non sono io.
Il senso costituisce il mio rapporto a me in quanto in rapporto ad altro.
Un essere senza altro non avrebbe senso.


KARL E. WEICK
Le sette caratteristiche del sensemaking sono così sinteticamente definibili:
1. Fondato sulla costruzione dell'identità. Il definire qualcosa e qualcuno significa definire anche sé.
2. Retrospettivo. La creazione di significato è un processo che presta attenzione a ciò che è già avvenuto.
3. Istitutivo di ambienti sensati (enactment).
4. Sociale. Il substrato sociale modella le interpretazione e l'interpretare.
5. Continuo. Il sensemaking non ha inizio né fine.
6. Centrato su informazioni selezionate.
7. Plausibile (pragmatico) più che accurato.